Frattura del trocantere che cos’è e come si cura

Frattura del trocantere: che cos’è e come si cura?

Cosa significa la frattura del trocantere?

Il trocantere è una porzione ossea del femore che comprende il grande e il piccolo trocantere, che sono sporgenze sulle quali si ancorano i muscoli fondamentali per i movimenti della coscia e dell’anca.

La parte superiore del femore è divisa in testa (che forma l’articolazione dell’anca), collo e massiccio trocanterico.

La frattura del trocantere si verifica quando una parte del femore, chiamata trocantere, subisce una rottura parziale o totale.

 

Cosa causa la frattura del trocantere?

La frattura è ciò che accade quando una forza meccanica supera la capacità di resistenza dell’osso. Le fratture del grande trocantere, in particolare, sono spesso causate da traumi o cadute. Questa può essere composta o scomposta, stabile o instabile e può comportare la presenza di frammenti ossei.

In alcuni casi, la frattura del trocantere può essere associata a una frattura della testa o del collo del femore.

Le persone anziane, soprattutto le donne di età superiore ai 75 anni, sono più a rischio di sviluppare una frattura del femore. Questo è dovuto all’aumento della prevalenza di osteoporosi e al rischio di cadute che aumenta con l’età.

 

Quali sintomi presenta questa condizione?

I sintomi più comuni della frattura al trocantere, includono innanzitutto il dolore. Si manifesta acuto e intenso localizzato nella parte superiore della coscia, principalmente nella zona laterale. Può irradiarsi anche all’anca, all’inguine e al ginocchio. Il dolore può essere presente sia in movimento che a riposo.

Inoltre, può esserci impossibilità di muovere la coscia o di camminare, accompagnate da rossore, gonfiore, edema e calore nella zona interessata.

Spesso la persona può sopportare solo la posizione supina, e l’arto interessato può apparire accorciato o ruotato rispetto all’arto contro laterale.

Per verificare se si ha una frattura del trocantere, qualora si accusino i sintomi descritti a seguito di un trauma, è necessario rivolgersi a un medico specialista e sottoporsi a esami diagnostici come radiografie o risonanza magnetica.

È importante notare che i sintomi possono variare da persona a persona e che se si sperimenta dolore intenso, difficoltà di movimento o impossibilità di stare in piedi, è consigliabile rivolgersi tempestivamente a uno specialista per escludere la possibilità di una frattura.

 

Cosa fare se si sospetta una frattura?

Se si sospetta di avere una frattura a causa di sintomi evidenti, è necessario recarsi tempestivamente al pronto soccorso.

In alternativa, è possibile rivolgersi ad un fisioterapista, un ortopedico o un medico di base. Dopo una raccolta dei dati e una valutazione accurata, il professionista sanitario indicherà se la problematica rientra nella loro competenza o se è necessario rivolgersi ad altre figure competenti per sospetti di frattura.

La diagnosi di frattura del trocantere viene effettuata dal medico ortopedico e si basa sui dati clinici e sui risultati di indagini diagnostiche come raggi, risonanza o TAC.

 

Cura e trattamento.

La cura della frattura del trocantere prevede principalmente un’operazione chirurgica. L’obiettivo è di favorire la guarigione della frattura attraverso mezzi di sintesi più comuni come il chiodo endomidollare (preferito), la placca e le viti.

Se la frattura ha compromesso la vascolarizzazione della testa del femore (spesso accade con fratture del collo del femore), sarà necessario un impianto di protesi per evitare la necrosi della testa del femore.

In base al tipo di frattura, da eventuali lesioni o fratture in altre parti del femore, verrà scelta la tecnica chirurgica più adatta. Inoltre è da considerare anche la qualità dell’osso e le condizioni del paziente (età, livello di attività e salute generale).

Il trattamento chirurgico ha diversi vantaggi come tempi operatori ridotti, basso rischio di sanguinamento e infezioni e minor coinvolgimento e danno ai tessuti molli. L’obiettivo principale è di ridurre le complicanze, soprattutto negli anziani, attraverso il movimento e il carico precoce.

In rari casi, per la frattura del trocantere viene scelto il trattamento conservativo, che prevede l’immobilizzazione della coscia con un tutore o altri apparecchi per circa un mese.

 

Quanto tempo ci vuole per guarire da una frattura del trocantere?

Il recupero da una frattura dipende da diversi fattori e varia da persona a persona.

La guarigione può essere influenzata da molteplici fattori:

  • Tipologia di frattura
  • Quali mezzi di sintesi sono stati usati
  • Dalla qualità dell’osso,
  • Dall’età del paziente, dal suo stato di salute generale e dalla presenza di eventuali patologie.

Nella maggior parte dei casi, i mezzi di sintesi utilizzati, come il chiodo o la placca, garantiscono una buona stabilità e immobilità della frattura. Ciò consente al paziente di iniziare a muovere l’arto già dopo circa due giorni dall’operazione e di iniziare a caricare il peso sull’arto fratturato dopo circa una settimana. Previo responso ortopedico per avere conferma di quando il paziente può iniziare a caricare sull’arto.

Dopo l’intervento chirurgico, è importante iniziare un percorso riabilitativo per recuperare la funzionalità dell’arto inferiore e tornare alla quotidianità.
Il focus della riabilitazione è far recuperare l’ampiezza di movimento dell’articolazione dell’anca, inoltre recuperare la forza, l’equilibrio e il controllo muscolare oltre che ridurre il dolore.

La riabilitazione mira, inoltre, a ripristinare le attività funzionali come camminare, alzarsi da una sedia e salire le scale, progressivamente riducendo l’utilizzo delle stampelle e recuperando i gesti sportivi o lavorativi specifici.

La fisioterapia può durare da un minimo di 2-3 mesi fino ad un anno, a seconda degli obiettivi del paziente e della sua storia clinica.

Non esiste una tempistica precisa in quanto ogni paziente è unico e la sua guarigione dipende da molti fattori. È importante seguire attentamente le indicazioni del medico ortopedico e del fisioterapista per garantire una rapida e completa guarigione.

 

Quali sono le conseguenze di non curare adeguatamente una frattura?

Il mancato trattamento di una frattura può comportare diverse conseguenze.

Le complicazioni tardive possono includere problemi di guarigione dell’osso, pseudoartrosi, rigidità articolare e deformità.

Inoltre, in casi più gravi, possono verificarsi necrosi della testa del femore (se la vascolarizzazione è stata compromessa), infezioni (polmoniti o delle vie urinarie), piaghe da decubito, lesioni nervose o dei vasi sanguigni, trombosi venose profonde, sindrome compartimentale ed embolia.

La funzione del femore sarà difficilmente mantenuta se la frattura non viene trattata, il soggetto avrà difficoltà a muovere l’arto inferiore e a camminare autonomamente. Spesso, per compensare il dolore, il soggetto potrebbe zoppicare, causando ulteriori problemi nel lungo termine.

 

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